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domenica 25 ottobre 2009

Qualche idea per l'Italia che verrà (1a)



Uno dei mali riconosciuti del nostro sistema scolastico - e non solo di questo, ma limitiamoci a questo - è la sua inadeguatezza rispetto alle trasformazioni della società. E non è un fatto di oggi - cioè legato alla cosiddetta velocità dell'information society - ma un limite tradizionale: le manifestazioni di piazza del 1968 dimostravano la stessa cosa. Ovvero che la scuola, contravvenendo alla sua mission naturale - cioè quella di accompagnare i giovani verso una crescita consapevole, fornendo loro il maggior numero e una buona qualità di strumenti culturali - si poneva come una sorta di baluardo del tradizionalismo presente nei ceti più conservatori, al fine di formare quella e solo quella classe dirigente, tarata sulla selezione economica e sulla conferma della provenienza sociale. Lo scossone del '68 ha contribuito ad abbattere questa visione puramente classista, favorendo la scolarizzazione di massa, garanzia di uno dei più elementari diritti di cittadinanza. continua >>

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