
Austria. Conferma socialdemocratica alle presidenziali
di Luca Cefisi
Gli austriaci hanno confermato il loro presidente, il socialdemocratico Heinz Fischer. Si ricordi che l’Austria non è una repubblica presidenziale, nel senso che il capo dello stato è una figura con compiti di garanzia dell’unità nazionalee della costituzione, mentre il vero potere esecutivo viene determinato in parlamento (il cancelliere austriaco è il socialdemocratico Werner Faymann, che guida un governo di coalizione con i popolari). Le elezioni presidenziali in Austria non hanno quindi il valore che hanno, per esempio, in Francia: non determinano chi governerà, ma misurano la coesione nazionale. In questo senso, ci giungono da Vienna delle buone notizie e altre meno buone: le buone, che Fischer è stato eletto con il 79% dei voti. Le mediocri, che la partecipazione al voto non ha superato il 50%. Le cattive, in questo test sulla salute della democrazia, sono che il partito popolare non ha presentato un candidato. Un accordo con i partner di governo socialisti, nel quadro della politica di unità nazionale? Macchè, la coalizione di governo è sopportata da entrambi i partiti come male minore, e non c’era nessun accordo: i popolari hanno dato indicazione di votare… scheda bianca! E questo francamente lascia interdetti. Senza lo sforzo di Fischer, queste elezioni avrebbero potuto essere davvero svuotate, con un colpo morale fortissimo a tutta la repubblica d’Austria. Per fortuna, un numero di elettori sufficiente per dare mandato morale, oltre che formale,al presidente si è presentato alle urne. Gli altri candidati concorrenti erano il cattolico oltranzista Rudolf Gehring (5%) e l’esponente dell’estrema destra Barbara Rosenkranz (15,6%). Tanto per capirsi sul grado di affidabilità della signora, basti dire che a un certo punto è stata portata per un orecchio dal notaio dai suoi amici più ragionevoli, a depositare una dichiarazione autografa di condanna del nazismo: una pezza a colore, dopo dichiarazioni sulla libertà d’opinione dei reduci nazisti, poverini. Gli austriaci, bene o male, si sono stretti attorno a Fischer e alla democrazia.
Gli austriaci hanno confermato il loro presidente, il socialdemocratico Heinz Fischer. Si ricordi che l’Austria non è una repubblica presidenziale, nel senso che il capo dello stato è una figura con compiti di garanzia dell’unità nazionalee della costituzione, mentre il vero potere esecutivo viene determinato in parlamento (il cancelliere austriaco è il socialdemocratico Werner Faymann, che guida un governo di coalizione con i popolari). Le elezioni presidenziali in Austria non hanno quindi il valore che hanno, per esempio, in Francia: non determinano chi governerà, ma misurano la coesione nazionale. In questo senso, ci giungono da Vienna delle buone notizie e altre meno buone: le buone, che Fischer è stato eletto con il 79% dei voti. Le mediocri, che la partecipazione al voto non ha superato il 50%. Le cattive, in questo test sulla salute della democrazia, sono che il partito popolare non ha presentato un candidato. Un accordo con i partner di governo socialisti, nel quadro della politica di unità nazionale? Macchè, la coalizione di governo è sopportata da entrambi i partiti come male minore, e non c’era nessun accordo: i popolari hanno dato indicazione di votare… scheda bianca! E questo francamente lascia interdetti. Senza lo sforzo di Fischer, queste elezioni avrebbero potuto essere davvero svuotate, con un colpo morale fortissimo a tutta la repubblica d’Austria. Per fortuna, un numero di elettori sufficiente per dare mandato morale, oltre che formale,al presidente si è presentato alle urne. Gli altri candidati concorrenti erano il cattolico oltranzista Rudolf Gehring (5%) e l’esponente dell’estrema destra Barbara Rosenkranz (15,6%). Tanto per capirsi sul grado di affidabilità della signora, basti dire che a un certo punto è stata portata per un orecchio dal notaio dai suoi amici più ragionevoli, a depositare una dichiarazione autografa di condanna del nazismo: una pezza a colore, dopo dichiarazioni sulla libertà d’opinione dei reduci nazisti, poverini. Gli austriaci, bene o male, si sono stretti attorno a Fischer e alla democrazia.
fonte : AVANTI! DELLA DOMENICA
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