
“Non è la fame”: così ci scrivono in questi giorni i compagni del Fronte delle forze socialiste algerine, una formazione politica dalla storia limpida e coraggiosa.
Il loro timore è che si crei, per l’Algeria, come anche per la Tunisia, un ennesimo luogo comune mediatico, quello dei “moti per la fame” che indichino disagio socio-economico, in qualche modo comprensibile e che non turba i sonni dell’Europa, non sono forse questi dei “Paesi poveri”?
No, ci scrivono i compagni algerini, l’Algeria è un paese infelice e sfortunato ma non povero, e i moti in corso sono moti politici, e vanno letti come l’esito della mancanza di libertà e democrazia. continua>>
Il loro timore è che si crei, per l’Algeria, come anche per la Tunisia, un ennesimo luogo comune mediatico, quello dei “moti per la fame” che indichino disagio socio-economico, in qualche modo comprensibile e che non turba i sonni dell’Europa, non sono forse questi dei “Paesi poveri”?
No, ci scrivono i compagni algerini, l’Algeria è un paese infelice e sfortunato ma non povero, e i moti in corso sono moti politici, e vanno letti come l’esito della mancanza di libertà e democrazia. continua>>
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