
mercoledì 26 gennaio 2011
Abbiamo visto il presidente tunisino Ben Alì fuggire in aereo: non ce ne dispiacerà. La sua presidenza non aveva saputo far evolvere la Tunisia in una democrazia decente.
Effettivamente, da un regime a partito unico, figlio della rivoluzione nazionale di Bourguiba, Ben Alì aveva promosso le prime elezioni formalmente multipartitiche (1994) e le prime elezioni presidenziali con più candidati (1999) e infine un sistema parlamentare bicamerale (2002), ma il tutto, nella sostanza, era rimasto nel quadro di una continuità di regime, e con risultati per il partito di maggioranza troppo vicini al 90% per essere credibili.
Effettivamente, da un regime a partito unico, figlio della rivoluzione nazionale di Bourguiba, Ben Alì aveva promosso le prime elezioni formalmente multipartitiche (1994) e le prime elezioni presidenziali con più candidati (1999) e infine un sistema parlamentare bicamerale (2002), ma il tutto, nella sostanza, era rimasto nel quadro di una continuità di regime, e con risultati per il partito di maggioranza troppo vicini al 90% per essere credibili.
[...] Per l’Europa, per l’Italia, e anche per l’Internazionale Socialista e il socialismo europeo, vengono queste lezioni: che non è sufficiente dare la propria fiducia ad un regime “laico”, come se i popoli arabi non avessero diritto agli standard di democrazia normali sull’altra sponda del Mediterraneo; che la forma giuridica della democrazia non può essere separata dalla sua sostanza (libertà effettiva, eguaglianza effettiva, diritti e trasparenza); che il percorso delle riforme sarà anche lento e faticoso, ma se in un ventennio non succede nulla, e tutto rimane più o meno com’era, non sono riforme un po’ lente, ma conservazione molto ferma. leggi tutto
fonte : www.avantidelladomenica.it
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