martedì 15 novembre 2011
Riccardo Nencini - Avanti, l'Italia Nuova!
La Storia ha un grande vantaggio rispetto alla cronaca: non mente. È un monumento immobile in mezzo a un mondo che spesso dimentica di fermarsi a leggere ciò che epigrafi e statue hanno da raccontare..
Ripercorrere la storia dell’Italia democratica e repubblicana, ma anche quella stuprata dal fascismo, significa fare i conti con le vicende che hanno avuto per protagonisti i partiti. Piaccia o no, ai coreuti dell’antipolitica.
A partire dal biennio 1992-93 – biennio audace e nerissimo della democrazia – il popolo italiano si è addormentato in una coltre di retorica mistificatoria (un misto di giustizialismo e qualunquismo), svegliandosi poco dopo immerso fino al collo nel Grand Guignol berlusconiano.
I partiti, intesi come attori protagonisti del processo democratico (così è ovunque, a meno che non si prenda ad esempio una repubblica post sovietica o sudamericana), sono stati cancellati, lasciando un vuoto che ancora scontiamo. In termini di proposta politica, di alternanza, di selezione della classe dirigente, di rispetto per le istituzioni.
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