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martedì 3 gennaio 2012

2012: Avanti! con e senza rete



A chi ha seguito le mie attività online sento di dover fornire un breve rapporto più d'intenzioni che di attività. Convinto dell'importanza di presenza nel processo emergente della rete, ne avevo vagliato le possibilità partendo dal principio che questi nuovi mezzi di comunicazione di massa avrebbero rivoluzionato le possibilità organizzative e di comunicazione di gruppi di lavoro prima disseminati e costretti a spese insensate per risultati impropri al bisogno. All'epoca un fax spedito dalle poste tedesce alla segreteria del Partito e per conoscenza a qualche compagno responsabile dei settori interessati costava intorno ai cento marchi, l'equivalente di un biglietto per Roma, il quarto dell'affitto di un appartamento nel centro di Berlino.

Dovendo articolare forma e sostanza, presentazione e contenuti, ho deciso di affidare la prima alla fortuna del principiante che sono rimasto rispetto alla tecnica informatica e la seconda ad una forma di filosofia che aveva già dimostrato la sua validità in tempi molto simili a quelli più vicini che Gianni Celati ha definito come il "terzo reich dell'insolenza". 

Alla base del mio lavoro ho posto dunque questo pensiero che Adorno pubblica nel saggio che accompagna il libro di Walter Benjamin "Uomini tedeschi", 1936:  «Così come Benjamin negli ultimi anni della sua vita vagheggiò l’idolo di non scrivere una sua filosofia, ma piuttosto di “montarla” con materiali che parlassero da sé, rinunciando così, per quanto possibile, a interpretarli, in ugual modo ha proceduto in questa raccolta di lettere. La scelta e la disposizione delle lettere devono lasciar trasparire la sua filosofia, senza costringerla in una forma concettuale che la contraddirebbe».

Ho sofferto molto il periodo quasi interamente autoreferenziale che abbiamo dovuto subire per riaffermare una nostra identità ultra centenaria nel caos ancora fastidioso dei partiti "nuovi", effetti depravati e devianti di una mutazione genetica della politica e della democrazia che ha dimostrato quanto ancora di oscuro, di protodemocratico, resista nel DNA delle nostre istituzioni. Solo due totem come Pertini e Napolitano, lo spirito e il braccio di quest'Italia che sta avvenendo, potevano limitare le conseguenze più nefaste di questa crisi di tutto e di tutti. 

Soffrivo ancor più navigando nei siti dei Partiti fratelli in Europa occupati a dar voce al disagio pubblico mentre i nostri erano obbligati alle corde dell'introspezione da attacchi definibili come "anomalie storiche": vedi l'uso improprio della figura di Bettino Craxi evocato da responsabili politici come la Bindi per giustificare la loro incapacità di fare opposizione nel 2011. Riccardo Nencini deve a Bettino Craxi l'eredità di un partito che ha governato ma nessuno, oltre sé stesso, è depositario della sua dignità e merito nella conduzione di un'organizzazione chiamata a esprimersi presso la Presidenza della Repubblica nell'ambito della formazione di un governo di crisi. 

Oggi il Partito ha riconquistato i mezzi d'informazione che gli appartenevano per esprimere il proprio consenso e dissenso ma si ritrova anche arricchito da decine di blog che hanno sostenuto il movimento di "resistenza" contro il tentativo di estromettere il PSI dal corso della storia della democrazia in italia e fuori. Vorrei ancora ricordare il lavoro online delle nostre compagne, Anna Falcone ha avuto un posto anche nella cronaca stampata per la sua posizione di riguardo sulle pagine di Facebook. Altri compagni sono impegnati anche sul mitico twitter come Luca Cefisi e Carmine Iuliano ai quali dobbiamo la visibilità online (e on the road) della nostra immagine e idee fuori dall'Italia. Non cito altri perché volevo essere breve e concludo ricordando il contributo dell'Istituto Fernando Santi nella diffusione quotidiana di notizie e informazioni per i cittadini del mondo minacciati dagli effetti iniqui della globalizzazione. 
Gioacchino Di Bernardo, 03/01/ 2012

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