Indagine conoscitiva sulla Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento e sulla Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull’accesso all’attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale degli enti creditizi e delle imprese di investimento
1. I principali contenuti di Basilea 3 e della proposta di trasposizione nell’UE
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Andrea Enria, presidente dell'Eba, European banking authority |
La crisi che ha colpito il sistema economico globale dal 2007 ha portato alla luce le debolezze del settore bancario e finanziario.
L’interazione tra squilibri macroeconomici, politiche monetarie accomodanti, innovazione finanziaria, incapacità da parte degli operatori di attribuire un prezzo corretto ad attività finanziarie troppo complesse, crescita incontrollata della leva finanziaria hanno giocato un ruolo chiave e hanno consentito che fenomeni di instabilità inizialmente circoscritti si propagassero a livello globale. [...]
La prima fase della crisi, scatenata dalle perdite generate dalla finanza strutturata, ha portato a una riforma radicale della regolamentazione bancaria: le banche dovranno operare stabilmente con livelli di capitale – di qualità elevata – significativamente più elevati che in passato; dovranno avere buffer di attività liquide sufficienti a sopravvivere senza aiuti in situazioni di stress e non potranno più finanziare senza limite attività illiquide a lungo termine con fonti di raccolta volatili e a breve termine; i requisiti per le attività sul mercato dei capitali sono stati ricalibrati per meglio catturare i rischi; le banche con rilevanza sistemica dovranno rispettare requisiti ancora più stringenti e dovranno operare in modo da rendere possibile una loro uscita dal mercato in situazione di crisi, senza la necessità di interventi a carico delle finanze pubbliche. È importante che prima di portare a termine la definizione di tutte le nuove regole siano condotte analisi approfondite per evitare effetti 11 indesiderati di requisiti più rigorosi. Al tempo stesso, bisogna evitare che i tempi lunghi per l’implementazione della riforma portino a un annacquamento delle regole e a nuove divergenze nell’applicazione a livello nazionale.
Dobbiamo evitare che in futuro la leva regolamentare possa ancora essere usata come strumento per attrarre business sulle piazze finanziarie nazionali o per favorire campioni nazionali. L’impegno dell’EBA per assicurare un’attuazione rigorosa e uniforme della riforma nel Mercato unico sarà massimo. La seconda fase della crisi, legata al debito sovrano, richiede altrettanto rigore nella risposta delle politiche pubbliche. È essenziale che le banche possano accedere a liquidità illimitata, anche su scadenze di medio e lungo termine, a prezzi contenuti: con il blocco dei mercati della raccolta bancaria all’ingrosso le banche stavano infatti perdendo la capacità di finanziare l’economia. Al tempo stesso, bisogna chiedere alle banche di rafforzare la propria posizione patrimoniale, per fare fronte al rischio sistemico generato dalla crisi del debito sovrano, rassicurare investitori e depositanti della loro solidità ed evitare un processo di deleveraging disordinato. Siamo consapevoli che sarà un passaggio difficile, che potrà incidere sugli assetti di controllo delle banche e in alcuni casi anche richiedere interventi di sostegno pubblico. Ma è necessario dare una risposta chiara e ferma alle incertezze attuali. Questa strada è senz’altro preferibile a soluzioni più timide e meno tempestive, che con ogni probabilità prolungherebbero la crisi e ne aumenterebbero il costo finale.
Tutto quello che dice è abbastanza ovvio... tutti sanno che le banche devono essere ben capitalizzate e le banche stesse riconoscono ciò. Vengono contestati i modi, i tempi e soprattutto un'applicazione rigidita che non riene conto delle diversità delle banche nei diversi paesi e dei metodi di computo interno.
RispondiEliminaL'audizione poteva essere evitata, sembra di sentire un robot che ripete sempre le stesse cose scritte nei manuali, senza nessuna aderenza con la realtà.
In pratica... si deve difendere il proprio operato a qualunque costo, anche se lo stesso verrà sopportato dai risparmiatori.
Mi auguro solo che l'Italia, dopo questa esperienza, non lo invii più da nessuna parte.