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Mauro Del Bue www.locchiodelbue.it/ |
Erano gli anni 40 del secolo scorso. Oggi siamo tutti socialisti nel senso di Calogero. Quello che Mauro chiama "socialism tout court” a me pare la secolare visione "socialdemocratica", aggiornata e rinvigorita, quello che lui chiama "liberalsocialismo" è piuttosto una "terza via" o un "nuovo centro".
Posta così, la differenza c’è: c'è Miliband (Ed) e Miliband (David); c'è la Aubry e la Royale. Si può discutere all’infinito sul lascito del PSI degli anni 80, ma i tempi cambiano e gli anni insegnano, e allora mi si lasci dichiarare sostenitore di una "socialdemocrazia rinnovata", perché l'eccessiva fiducia nel mercato, limitandosi a proporre accessi più o meno "equi", con un po’ di retorica del "merito", rinunciando a governare e umanizzare un sistema economico che per sua natura non promuove i meritevoli ma i forti, è stato l’errore dei Blair, degli Schroeder, e dei D’Alema e Veltroni, che non hanno certo peccato di veterocomunismo, ma al contrario, di superficiale neofitismo liberale. L'attuale crisi finanziaria mette in pericolo la democrazia, altroché: e anzi mette in luce, di nuovo, l'intimo dissidio tra capitalismo e democrazia, e questo ripropone la classica visione socialdemocratica. E’ la classe media a vedersi spinta verso l'impoverimento (come previsto da Marx? non lo so...): per prima la borghesia intellettuale, che viene precarizzata, cioè spogliata di prestigio e mezzi, e spinta assieme ai lavoratori manuali impoveriti.
In Italia, come al solito, c’è più confusione che nel resto d’Europa: ma se una cosa ho imparato proprio nel PSI, è che il consociativismo non è riformismo, che ha bisogno di posizioni nette e chiaramente leggibili.
Oggi era necessario sostenere il governo Monti, male minore, ma come può il compromesso PD-PDL, in nome dell’emergenza, costituire una salda base riformista? E perché mai dovremmo esserne le mosche cocchiere? Quanto all’aggregazione di figure di diversa provenienza attorno al PSI di oggi, ben vengano quei riformisti disponibili a riunirsi in un socialismo senz’altro laico e aperto. Se invece si pensa ad una terra di nessuno intermedia tra socialdemocrazia e liberalismo (forze antagoniste in Europa), e insomma tra destra e sinistra, si incrocerebbe contromano il percorso di Calogero e Bobbio, nella direzione di marcia opposta. In concreto: porre steccati pregiudiziali contro la … Cgil, che può avere torto sulla Fiat, ma completamente ragione quando propone un ammortizzatore universale per i lavoratori precari, non appare utile; peggio, se si pensa di attrarre i berlusconiani di (remota) origine socialista proponendo loro non una prospettiva di futuro, ma la vecchia roba dell’antagonismo con “comunisti” oramai immaginari. (fonte www.avantidelladomenica.it)
leggi anche Ancora sul liberalsocialismo - Mauro Del Bue, 14 FEBBRAIO 2012
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