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mercoledì 27 giugno 2012

Riccardo Nencini - Rilanciare lo sviluppo. Le proposte dei socialisti

"...È la proposta che porterò, di nuovo, al vertice del PSE di fine giugno"

L’Italia è in cerca del filo d’Arianna per uscire dal labirinto della crisi. Sconfiggere il Minotauro non basta, serve trovare la via d’uscita e ritornare alla luce. La politica deve riprendere in mano il filo e tenderlo. La fotografia dell’oggi dice che il governo Monti ha impostato bene le politiche di rigore ma è in ritardo con i progetti per rilanciare lo sviluppo. Mai visto un Paese uscire dalla crisi abbattendo la spesa pubblica con il taglio di stipendi e di pensioni, perché in casi come questo cresce la spesa sociale (salvo lasciare i bisognosi al loro destino) e non si favorisce la circolazione di denaro.
François Hollande ha vinto in Francia perché si è opposto a un’idea di Europa fondata solo sul rigore finanziario e ha rilanciato nel dibattito politico nuove priorità: crescita, sviluppo, equità, giustizia sociale. Con un programma palesemente riformista, in cui emerge la scelta di spostare il peso della crisi economica su coloro che più possiedono e che possono contribuire in misura maggiore. In Italia siamo stati i primi e siamo ancora tra i pochi (anche a sinistra) a chiedere al governo di introdurre una tassa sui grandi patrimoni. Continueremo a batterci perché il rilancio dell’Italia passi da nuove politiche fondate sull’equità e sulla giustizia sociale.
Abolendo l’Imu sulla prima casa e sostituendone il gettito con una patrimoniale sulle grandi ricchezze e tassando le transazioni finanziarie, unica via per diminuire la pressione fiscale sugli stipendi, sostenere la piccola e la media impresa, favorire nuove forme di occupazione giovanile. È la proposta che porterò, di nuovo, al vertice del PSE di fine giugno. I nostri eletti, gli amministratori socialisti di tutta Italia, presenteranno nelle assemblee elettive proposte che vanno in questa direzione. Una mobilitazione nazionale che ha l’obiettivo di rilanciare un nuovo protagonismo degli enti locali, restituendo loro una maggiore autonomia, allentando i vincoli del Patto di stabilità in modo da sbloccare gli investimenti e far ripartire lo sviluppo sul territorio.
Altro capo del filo riguarda la partecipazione, con la proposta di concedere il voto ai sedicenni nelle circoscrizioni e favorire nuove forme di partecipazione sulle questioni di largo interesse, sull’esempio del ‘débat public’ francese. L’Italia si cambia coinvolgendo le sue energie migliori. Liberando il talento, l’entusiasmo, la creatività delle giovani generazioni, coniugando merito e bisogno, favorendo la crescita in un contesto di equità e in un perimetro di diritti allargato. Solo così la politica potrà recuperare la sua funzione primaria, di strumento indispensabile (e insostituibile) per orientare le sorti di una democrazia.

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