![]() |
![]() |
Vittoria di Monti? Diciamo che Merkel si è assunta la sua parte di responsabilità, non così i due governi conservatori di Olanda e Finlandia, che continuano a porre ostacoli, interessati solo al loro elettorato “che non vuole pagare per i meridionali” (non è vero, ma ci credono). Il vertice non ha ancora deciso su altre cose importanti, quali gli eurobond e un programma contro la disoccupazione giovanile che renda efficienti i miliardi di euro di fondi sociali europei oggi impiegati male o non impiegati affatto. Su questo, i leader socialisti del PSE, che si sono incontrati poco ore prima del vertice dei governi per far sentire la voce dei progressisti, hanno avanzato un programma più avanzato e coraggioso di quello che poi Merkel, Monti e gli altri hanno potuto proporre per il momento.
Una volta tanto, se n’è parlato molto anche sulla stampa italiana, a partire da un’anticipazione del Foglio che ha annunciato che gli eurosocialisti avrebbero rinunciato agli eurobond; non era vero, ma serviva a lanciare un messaggio sulla presunta ininfluenza del socialismo europeo, e il fatto poi che nello stesso articolo si cominciasse con le macrovicende europee per scendere poi a più piccole altezze concludendo che il responsabile economico del Pd Fassina, considerato troppo di sinistra da molti del suo stesso partito, non avrebbe capito niente, fa intuire che il Foglio si sia prestato a qualche calcio sottobanco tra democratici di diverse parrocchie.
Massimo D’Alema ha invece sottolineato e rilanciato l’importanza della posizione comune dei socialisti europei, in un’intervista al Corriere della Sera, dove arruola anche Mario Monti nel centrosinistra, anzi Monti contribuirebbe a mitigare gli errori statalisti della socialdemocrazia. Così D’Alema ribadisce la sua preferenza per un’opzione di “terza via”, alla Blair-Schroeder-Royale per capirsi, scettica verso welfare state e investimenti statali, in favore piuttosto di una governance più leggera dell’economia di mercato. A noi pare che oggi Milliband, Gabriel e Aubry abbiano ragione nel riscoprire ricette socialdemocratiche più “forti” nell’intervento economico e nel criticare i loro predecessori per eccessivo ottimismo riformista, ma insomma se ne può parlare. È una discussione (finalmente) non provinciale che si è aperta.
(europa@partitosocialista.it)
fonte: Avanti! della domenica
Nessun commento:
Posta un commento