
Lo diciamo da quattro anni, da soli. E solo ora, forse, verremo ascoltati. Non si può dare denaro pubblico a partiti che non esistono più.
Non è giusto che il denaro pubblico non assegnato ai partiti che non hanno superato lo sbarramento elettorale venga redistribuito a quelli che invece sono riuscite a superarlo. Quei soldi dovrebbero ritornare nelle casse dello Stato ed essere utilizzati per misure a sostegno dell'occupazione giovanile. Due anni fa abbiamo raccolto le firme in tutta Italia per riformare la normativa sui rimborsi elettorali in modo da precluderne il diritto ai partiti che non rispettino l'articolo 49 della Costituzione. I partiti che non utilizzino procedure democratiche per l'elezione dei propri vertici e degli organismi direttivi, non abbiano diritto a nessun rimborso. I fatti dimostrano che avevamo ragione e che la questione deve essere affrontata in tutta la sua urgenza.
Non è giusto che il denaro pubblico non assegnato ai partiti che non hanno superato lo sbarramento elettorale venga redistribuito a quelli che invece sono riuscite a superarlo. Quei soldi dovrebbero ritornare nelle casse dello Stato ed essere utilizzati per misure a sostegno dell'occupazione giovanile. Due anni fa abbiamo raccolto le firme in tutta Italia per riformare la normativa sui rimborsi elettorali in modo da precluderne il diritto ai partiti che non rispettino l'articolo 49 della Costituzione. I partiti che non utilizzino procedure democratiche per l'elezione dei propri vertici e degli organismi direttivi, non abbiano diritto a nessun rimborso. I fatti dimostrano che avevamo ragione e che la questione deve essere affrontata in tutta la sua urgenza.
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